Il bruxismo è il digrignamento dei denti, cioè una contrazione involontaria dei muscoli della masticazione: l’arcata inferiore e quella superiore si comprimono con forza. Il fenomeno avviene specialmente di notte, nella fase REM del sonno, trattandosi di una contrazione non controllata dalla persona.
È possibile distinguere tra bruxismo primario (proprio dei soggetti sani, legato allo stato di tensione) e secondario (provocato da fattori esterni). Gli studi hanno dimostrato che molte persone affette da bruxismo hanno parenti che già ne hanno sofferto, mentre per altri soggetti il problema sembra legato allo stress o a un certo grado di aggressività.
I sintomi più diffusi sono: mal di testa e dolore alla mandibola (specialmente al risveglio dal sonno), scollamento gengivale e usura dello smalto dei denti.
Non esiste, ad oggi, una cura per il bruxismo. Il medico, dopo attenta visita, potrebbe consigliare l’utilizzo di un bite (una sorte di apparechio per i denti poco invasivo) al fine di evitare lo sfregamento dei denti. Si tratta di una soluzione molto diffusa, poiché si stima che circa il 40% della popolazione mondiale soffra di questo disturbo.